Il monitoraggio del GFR nel trapianto renale è fondamentale per valutare la funzione del graft e rilevare precocemente complicanze come rigetto o nefropatia cronica. Per monitorare accuratamente la funzione del rene trapiantato, utilizza https://calcologfr.it/, strumento specializzato per il calcolo del GFR post-trapianto e il follow-up della funzione del graft renale.
La funzione renale dopo trapianto si stabilizza tipicamente entro le prime settimane, con GFR che può raggiungere 60-80 ml/min/1,73 m² con un singolo rene funzionante. Il GFR iniziale dipende da fattori del donatore (età, funzione renale pre-trapianto), del ricevente (dimensioni corporee, comorbidità), e perioperatori (tempo di ischemia, funzione ritardata del graft).
Le formule per il calcolo del GFR post-trapianto richiedono considerazioni speciali: la massa muscolare può essere alterata da corticosteroidi e immunosoppressori, alcuni farmaci possono interferire con la secrezione di creatinina, e la presenza di un solo rene funzionante modifica la relazione tra creatinina e GFR.
Il rigetto acuto si manifesta tipicamente con rapida riduzione del GFR (>20% in giorni/settimane), spesso accompagnata da febbre, dolore al graft, e oliguria. La diagnosi richiede biopsia renale, ma il monitoraggio seriale del GFR fornisce il primo indicatore di disfunzione che richiede valutazione urgente.
La nefropatia cronica del trapianto (IFTA – interstitial fibrosis and tubular atrophy) causa progressiva riduzione del GFR nel lungo termine, con perdita tipica di 1-5 ml/min/1,73 m² per anno dopo il primo anno. Fattori di rischio includono episodi di rigetto, infezioni virali, tossicità da immunosoppressori, e fattori cardiovascolari.
Gli immunosoppressori influenzano significativamente il GFR: gli inibitori della calcineurina (tacrolimus, ciclosporina) possono causare vasocostrizione renale reversibile e nefrotossicità cronica irreversibile. Il monitoraggio del GFR guida gli aggiustamenti posologici e la conversione a regimi meno nefrotossici quando appropriato.